Chi sono

22 Dicembre 2018

Hai letto la mia presentazione breve e sfacciata in homepage ma, se sei qui, probabilmente vuoi saperne di più.

Mi sono laureata in Comunicazioni Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.

Sono stata una studentessa brillante ma irrequieta – non una tutta studio e niente divertimento, per intenderci – quindi negli anni che mi hanno portato alla laurea (a pieni voti) ho lavorato, accumulando una bella esperienza nell’organizzazione di set fotografici, cinematografici, fashion & food styling.

Il caso mi ha portato a conoscere il mondo del vino che ho immediatamente accostato alle altre passioni dell’epoca: cucinare e scrivere.

Mi sono laureata con una tesi sulla cultura vitivinicola della Valpolicella e sono riuscita a farmela pubblicare, nonostante fosse un capolavoro d’ingenuità. Già allora ero convinta che dei contenuti non si butta via niente – come con il maiale – figuriamoci, poi, se ti sei anche spremuta le meningi per tirarne fuori qualcosa di buono!

Dopo aver cominciato a collaborare con alcune testate nel settore F&B e lifestyle, sono approdata al settimanale Grazia. Dopo qualche tempo, in redazione hanno scoperto che avevano bisogno di una giornalista in grado di capire qualcosa di cucina, ancor più che di una penna brillante. Per circa otto anni mi hanno affidato la rubrica settimanale Kitchen, da cui ho tratto un altro libro In cucina con i tacchi a spillo (tutti i libri si trovano nel portfolio).

Dal momento che una giornalista non è fatta di sola scrittura, nel frattempo ho sfornato un paio di marmocchi, le cui gesta sono sporadicamente narrate nel blog sotto gli pseudonimi di Grande e PiF ( Piccolo Flagello, per gli amici).

Da allora, la mia vita professionale scorre frizzante: mi considero un cocktail di piani editoriali ben fatti, contenuti interessanti, lunghe nuotate nel mondo digital, abbracci appassionati con il content marketing e sedute d’autocoscienza per clienti profondamente bisognosi di lavorare sulla propria brand identity.

Parte fondamentale di questo lavoro è la capacità di creare un team, farlo interagire, capire che tipo di professionalità è necessaria per portare a termine efficacemente un certo compito e pescare dal mio carnet la persona giusta. Un’amica l’ha definito “scouting culturale”: per me è come quando il love matcher di un sito d’appuntamenti ti trova un ragazzo veramente carino con cui faresti meglio ad uscire. Mi piace amplificare le potenzialità che ciascuno di noi possiede e i talenti che possono essere esaltati solo da un buon lavoro di squadra.

Come consulente editoriale per donnad.it – house organ di Henkel Italia – ho creato il progetto #raccontididonne: un’area in cui le lettrici possono leggere le testimonianze di donne il cui cammino professionale o personale è offerto come ispirazione. Navigando nel blog, alcune interviste sono riportate sotto il tag #persone, qualora ti facesse piacere leggerle.

E il cibo? Del buon cibo so tutto. Ho gestito i contenuti di peck.it dalla sua illuminata apertura nel 2003 – eravamo veri pionieri nell’e-commerce del luxury food – fino al 2011. Posso dire con orgoglio che parte della mia impostazione sopravvive ancora, nonostante i cambi di gestione. Quando punti sulla qualità, i risultati reggono il peso del tempo come un buon cachemire che non si buca mai.

Ogni tanto mi domandano se sono una food blogger. Decidi tu: se mi chiami così, non mi offendo ma pretendo di offrirti un caffè per poterti spiegare meglio: frequento le cucine in maniera professionale da tutta la vita e quando vedo una planetaria non capisco più niente dalla gioia. Se mi chiedono di seguire un progetto di “food”, alterno più che volentieri l’uso della tastiera con quello del grembiule (alcuni video sono visibili nel portfolio), cosa che di solito mi rende abbastanza simpatica persino ai cuochi. Quando cucino, spesso mi scappano foto “ad uso sociale” e mi fa piacere condividere le belle ricette che sperimento.

Per un curriculum freddo e dettagliato, rimando a LinkedIn.

Per le emozioni, consiglio una navigazione tra queste pagine perché – come dico sempre – quando sono sintetica posso piacerti ma quando sono prolissa puoi persino finire per amarmi.