In Trentino si chiamano grostoli quelli che a Verona sono galani e altrove nastri, chiacchiere, frappe , cenci e così via.
A Carnevale, cascasse il mondo, sono sulla neve. Quando arrivo in montagna per la settimana di sci più bella dell’anno, le scale di casa preannunciano già il benvenuto della Nonna Adottiva: un delicato odorino di fritto che satura l’atmosfera. Sarà l’aria pulita, sarà l’abilità della cuoca, sarà che so cosa mi attende, ma quello che non mi entusiasmerebbe mai in città – dove sono molto più salutista – diventa un appuntamento a cui non rinuncerei.
C’è da dire che, di solito, rischio di cominciare a mangiare grostoli già ai primi di gennaio – altro che finire i panettoni a San Biagio! – perché “dopo Capodanno è già Carnevale” e la Nonna Adottiva utilizza vassoi ricolmi di dolcetti per pagare in natura chi le spala la neve dal piazzale di casa.
Mi sembra scontato dire che i suoi sono i grostoli migliori che abbia mai assaggiato sulla faccia della terra, sottilissimi e friabili, quindi mi sono fatta dare la sua ricetta. Ci vuole un po’ d’allenamento con la frittura ma per il resto non c’è differenza dal preparare una pasta fresca.
Per fare i grostoli della Nonna Adottiva, impastate 500 g di farina 00 con 2 uova, 80 g di burro fuso ma freddo, 100 g di zucchero, un pizzico di sale, 100 g di grappa, scorza grattugiata di limone.
Se volete fare i grostoli usate la grappa Trentina; se avete intenzione di usare un altro liquore, adattatevi a chiamarli diversamente.
La pasta deve essere leggermente più tenera di quando fate le lasagne ma dovete farla riposare comunque, almeno per mezz’ora al fresco.
Non vi dirò di tirarla a mano: la Nonna Adottiva usa la sua inseparabile macchinetta e io ne ho sottratta una analoga a mia suocera.
Appiattite con il mattarello un pezzetto di pasta – per non stressarla troppo, mi dice lei – e poi fate la sfoglia sottilissima, passandola fino all’ultima tacca.
Tagliate i grostoli con la rotella; se tagliate dei grostoli tradizionali, circa 15×8 cm, fate qualche taglietto con la rotella anche al centro.
Friggete i grostoli in olio d’arachidi, pochi per volta, scolateli su carta assorbente e lasciate che si raffreddino.
La Nonna Adottiva li conserva in una grande scatola ermetica e li cosparge di zucchero a velo solo un secondo prima di offrirli a chiunque passi da lei per il famoso caffè.