Confesso che quest’estate ho sviluppato una lieve dipendenza da Hugo cocktail.
La leggenda racconta che Hugo sia stato creato a Naturno (ridente paesino a circa quaranta chilometri a nord-ovest di Bolzano) dal barman Roland Gruber. È una diavoleria recente, giacché la nascita è datata 2005, ma negli anni ha riscosso un successo notevole soprattutto tra il pubblico femminile.
Come si prepara? È assolutamente necessario lo sciroppo di sambuco; senza questo ingrediente, niente Hugo, perché per il resto assomiglia in tutto e per tutto a uno spritz alla vecchia maniera, fatto con vino e acqua gasata.
Mettete in un calice da vino bianco, nell’ordine: qualche cubetto di ghiaccio, qualche foglia di menta, 7 cl. di spumante, 3 cl di sciroppo di sambuco, 2 cl di acqua frizzante e una fetta di lime. Fatto.
Per quanto mi riguarda, Hugo cocktail è emotivamente l’equivalente di un Pimm’s, solo dislocato geograficamente più a sud: quando lo ordino, significa che è veramente tempo di vacanze estive.
Non vi sbatterà per terra come un mojito, darà tregua all’assunzione di birra e vi permetterà persino di riprendere in mano la mountain bike per tornare a casa, senza che le gambe vi abbandonino.
Curiosità antropologica dal gusto irredentista: in Trentino, nei bar lo trovare spesso in lista con il nome di “Ugo”, una delle tante cose che fanno imbestialire i bolzanini.