Questa fotografia è la capostipite di tutte le fotografie di cibo che abbia mai scattato nella mia vita.
È accaduto “prima”, quando in Italia i blog erano ancora un mistero e il mio sogno più grande era vedere pubblicato il mio primo libro.
Le fragole e i donuts erano appoggiati su un grande tavolo da pic nic, all’imbarcadero dei traghetti per Alcatraz – a San Francisco – nel settembre del 2000.
Ritrarre la felicità
C’era un sole tagliente, ero felice, molto innamorata, in preda al peggior jet lag della mia vita e all’equivalente di una fame chimica da sedicenne strafatta (ma, purtroppo, era solo il disordine alimentare di 24 ore di volo).
In seguito ad un trasloco, avevo temuto di aver perso questa fotografia insieme a tante altre: c’era una valigetta piena di dvd che – una volta scaricata dal camion – era rimasta latitante per un paio d’anni, tanto mi ci era voluto ad aprire tutti gli scatoloni. Da quel giorno la mia ossessione per la conservazione degli archivi digitali è diventata palpabile.
Il sapore di un ricordo
Perché sono particolarmente affezionata a questa foto? Per l’essenza stessa della fotografia: la narrazione del ricordo che si esprime in profumi e sapori tangibili.
Ogni volta, quando la guardo, mi ricordo che le passioni che sono nate con te, le puoi ritrovare intatte anche dopo anni. Sono lì ad aspettarti, anche quando le hai date per scontate o sono state logorate dalla vita.
Le fragole e i donuts – fotografati sotto il sole bianco accecante di San Francisco – sono il mio ritratto di Dorian Gray: il tempo è passato ma le emozioni rimangono intense nello stesso modo, anche se a tratti possono essere dolorose.
Ero già una food blogger?
Ero quello che sono ancora, una donna che ama follemente il cibo e la vita e che prova soddisfazione a comunicare le proprie passioni. Con il tempo ho scoperto che mi piace anche insegnare quello che so.
Se, per semplificare, mi vuoi chiamare food blogger, perché no? Di sicuro non mi offendo.
E poi siamo su Olivia Quanto Basta o quel che volete.