Il post di oggi è una mano tesa in segno di solidarietà nei confronti di tutti i genitori milanesi con figli in età scolare e che stanno facendo doppi turni per fare la spesa all’Esselunga.
Non ho dati specifici su come si stia sviluppando il fenomeno fuori città, ma qui a Milano i bambini vogliono tutti i Rollinz di Star Wars, quei geniali pupazzetti che somigliano tanto ai vecchi calciatori del Subbuteo e che non hanno alcuno scopo astruso se non giocare.
“Mi manca Leia Organa e ho finito la collezione!”, “A me Boba Fett!”, “Scambiamo!”. I personaggi non sono molti – per fortuna – e raccoglierli tutti non è un’impresa tale da rendere i baratti troppo cruenti, eccetto qualche lacrimone dovuto all’inevitabile sparizione del pupazzetto del cuore. Un giorno qualcuno mi spiegherà quale variabile della legge di Murphy fa sì che, se deve sparire un gioco, sia sempre quello preferito.
Qualsiasi luogo di aggregazione infantile risente della mania collettiva che pare in grado di soppiantare – momentaneamente – altri giochi meno sociali. Come si gioca con i Rollinz? Tra i vari utilizzi – il più banale è quello di raccontarsela, attività nella quale sembrano ancora ferrati i nostri figli iper-digitalizzati – ho osservato con terrore una specie di lancio del boccino, in cui i bimbetti si sono rivelati abili quanto vecchi nizzardi al gioco della pétanque e tale da rivalutare il futuro della Federazione Italiana Bocce; un clone viene scagliato a tutta velocità lungo il corridoio della palestra, altri seguono, in una gara a chi va più veloce e lontano. Immaginatevi decine di piccoli proiettili che scivolano sotto i piedi delle nonne in paziente attesa dei nipotini.
I Rollinz sono piccole armi psicologiche precise e letali, soprattutto al momento della spesa: “Vero che devi andare al supermercato?”, “Ma quando vai al supermercato?”, “Ma spiegami bene quanti punti hai”, “Ma ne puoi avere di più se spendi molto vero?”. Mi chiedo se ci siano gli estremi legali per una causa collettiva al signor Caprotti, tanto più che le figurine sarebbero corredate da un’astronave che bisognerebbe comprare a parte, se solo se ne trovasse una in circolazione, fatto che aggiunge alle precedenti la domanda “Ma vero che ci torni anche oggi pomeriggio a vedere se le hanno consegnate?”.
Poi c’è la faccenda di come noi genitori possiamo procurarci più punti fragola possibili, per soddisfare i nostri adorabili aguzzini. Ad esempio, possiamo comprare doppie razioni dei prodotti in promozione. Ad esempio possiamo fare scorta di carta igienica per un anno o bere per un mese un caffè che non è il nostro preferito. Ad esempio possiamo girare direttamente lo stipendio di questo mese a Esselunga.
La mia salvezza è l’essere una consumatrice poco fidelizzata e poco influenzabile e, tuttavia, per nulla desiderosa di avere i timpani sbriciolati dalle geremiadi filiali, quindi ho aperto gli occhi e ho cercato prodotti che potessero essere accettabili secondo i miei standard di utilizzo. Vogliono i Rollinz? Mangeranno per un mese sanissime zuppe di legumi. Ieri sera, dopo aver portato in tavola per due volte in dieci giorni un primo sale alla piastra, a PiF si sono illuminati gli occhi: “Mamma, ma il formaggio ha i punti fragola?”. Già. “Buonissimo, possiamo averlo anche domani?”. Per fortuna non sa che ci sono punti fragola anche sugli M&M’s
Non mi resta che sperare nell’arrivo della nave intergalattica e nella fine della promozione. Nel frattempo devo cercare di censurare la notizia che domenica 7 febbraio, in Darsena a Milano, ci sarà un flash mob di appassionati collezionisti di Rollinz, pronti allo scambio.