La montagna d’estate è il paradiso, questo l’abbiamo già definito. Quest’anno la stagione è particolarmente asciutta, quindi ancora più gradevole per chi vuole rimanere in alpeggio fino all’autunno e fare sport outdoor anche per molte settimane. Vi darò alcuni buoni motivi per alzarvi la mattina e andare a correre in montagna, anche se temete di non essere abbastanza allenati. Non vi annoierò con dettagli tecnici che lascio a chi è più preparato di me, poiché si tratta di una vera e propria disciplina.
Oggi vorrei solo ricordarvi che, per inseguire una tabella d’allenamento, a volte si rischia di dimenticare che correre all’aria aperta é soprattutto gioia. Ecco a voi, quindi, i cinque motivi assolutamente soggettivi per cui amo correre in montagna.
- La temperatura. Soffro il caldo che mi riduce a un bradipo. Una temperatura che, anche in pieno agosto, non supera i diciotto gradi, con un’umidità risibile, migliora sensibilmente la velocità con cui faccio girare le gambe e la larghezza del sorriso mentre scorrono i chilometri. Più vado veloce più sorrido, più sono felice più corro.
- Il silenzio. Chi è abituato a correre la mattina presto, sa che c’è un momento in cui una città si risveglia e un incanto si spezza. Un podista cittadino deve puntare la sveglia veramente presto per godersi un po’ di pace. In montagna questo non è necessario: la sveglia all’alba è un must solo se volete vedere svegli tutti gli animali mattinieri del bosco, per fare a gara con un daino o per cercare funghi (ma questo è uno sport differente).
- La sveglia è il canto di un gallo o lo sciamare delle api, il profumo del caffè d’orzo e della prima legna bruciata nelle stufe. Vietate le suonerie dello smartphone.
- Gli incontri. Quando corro molto presto, non incrocio anima viva a parte qualche runner troppo veloce e allenato per essere preso come esempio. Poi i sentieri si popolano di rare vecchiette con i bastoncini, famigliole con papà e mamma dallo sguardo stravolto e i pargoli cinguettanti, strani personaggi che passeggiano in mocassini e ti guardano torvi. La mattina ci sono tante lumache: guai ad appoggiare un piede assassino mentre si corre in discesa. Nei prati incontri i vitelli che, purtroppo, la mattina hanno voglia di giocare e trasformano la tua corsetta in una gara duemila siepi per non diventare un sonaglino.
- I carboidrati. Prima di tornare a casa, passo dal forno del paese (non dal negozio, vado direttamente in laboratorio). Entro e – nei lunghi minuti d’attesa prima che qualcuno si accorga di me – respiro a fondo e mi godo il profumo di farina, rilasso i muscoli con il calore insopportabile e do un’occhiata ai ragazzi con le braccia immerse nella pasta di pane. Correre in montagna, attività poco indicata se si è sovrappeso, ti da tuttavia diritto a una porzione di strudel o a una veneziana appena sfornata.