L’amore è cieco ma non troppo: gli errori più comuni per far scappare il partner.

8 Agosto 2016
Amore cieco

L’amore è cieco? Forse sarebbe meglio dire che soffre di un disturbo isterico del visus.

È senza dubbio cieco nel momento in cui pensiamo d’aver trovato il compagno perfetto ma è forse la perfezione di questo mondo? A un certo punto, all’improvviso, l’oggetto del nostro amore ci appare per quello che è: il lacunoso portatore d’imbarazzanti difetti.

Niente di grave ma sfortunatamente è un po’ come se stessimo guidando una lussuosa decappottabile senza portare occhiali da sole: prima un moscerino ci fa lacrimare un occhio, poi ne arriva un altro a farci piangere come fontane, infine – quando ce ne liberiamo – stiamo già andando a sbattere.

Non servono grandi tradimenti, problemi insormontabili o difetti inaccettabili per far naufragare una relazione promettente; a volte basta un’innocua drosofila travestita da calzino bianco: una fastidiosa, irritante, banale, sciocchezza che ci manda fuori dei gangheri.

Cinque uomini e cinque donne hanno confessato quello che non avrebbero mai voluto vedere nel loro partner perfetto. Tutti concordano: il difettuccio diventa macroscopico con il passare del tempo e alla fine ha il potere di assorbire tutto il buono della relazione…

Per Barbara – avvocato trentenne – Giulio era l’uomo più bello che le avesse mai chiesto di uscire: “Era un collega interessante, divertente e per niente narciso nonostante l’aspetto. C’eravamo già lanciati messaggi di “stima” reciproca in numerose occasioni e ammetto che le aspettative erano molte…avevo forse trovato il mio principe azzurro? Primo appuntamento: un drink in un lounge bar di tendenza. Sarà stata la musica un po’ alta e lui temeva che non lo sentissi, sarà stato che voleva creare una maggiore complicità, fatto sta che mi ha bisbigliato nell’orecchio con la mano a coppetta per tutta la sera. Non dico il solletico! Alla fine mi sembrava perfino che il lobo stesse sudando. Una vocina dentro di me ha urlato: no, con lui mai!

“E cosa dire di un quarantenne che si tinge i capelli?”, strilla Silvia. “Niente da dire se un uomo è costretto a farlo per questioni d’immagine – lavoro nel fashion system, figuriamoci se non capisco certe esigenze – ma uno che si vergogna di quattro capelli brizzolati è penoso. Il mio fidanzato ha cominciato ad usare di nascosto il mio riflessante, poi mi ha chiesto di ricompraglielo, alla fine è arrivato a costringermi a dei tête à tête serali chiusi in bagno per farci la tinta insieme. Ho chiuso perché non potevo fare a meno di guardarlo e pensare che forse sbagliava nuance!”. Attualmente, Silvia convive con un uomo completamente rasato.

Ilaria – un medico di 36 anni – si ricorda ancora di Luca che mangiava con il coltello: “Era generalmente ben educato e certamente il ragazzo più gentile con cui sia stata. Posso concepire una leccatina al coltello con cui si è spalmata la Nutella, di nascosto, nella propria cucina. Lui, invece, nel bel mezzo di una cena a ristorante, zac! infilzava un bel pezzo di carne con la punta e magari ogni tanto, distrattamente, gli dava anche una leccatina. Ho provato a dirglielo, facendo leva anche sulla mia esperienza di pronto soccorso, ma non ha recepito”. Carla si chiede ancora se fosse un motivo abbastanza valido per lasciarlo.

Come può un particolare all’apparenza insignificante, influire così radicalmente sul desiderio nei confronti di una persona che crediamo di amare?

Annarita, non se ne capacita ancora. “Ho conosciuto Edoardo ad un corso d’aggiornamento estivo per insegnanti. È stato un colpo di fulmine. Ero convinta di aver trovato l’anima gemella. Abbiamo trascorso l’estate insieme, condividendo la passione per il ciclismo e regalandoci un mese di trekking su due ruote. La sorpresa è arrivata con i primi freddi: ha cominciato a sfoggiare dei gilet di lana invariabilmente color talpa. Era più giovane di me e ha cominciato a sembrarmi Matusalemme, con conseguente azzeramento dell’attrazione fisica”.

Soledad – che lavora alla reception di un grande albergo – alza gli occhi al cielo con l’aria di una che ha parecchio da dire. “Ho preso una cotta ciclopica per un cliente. Elegantissimo, cortese come s’immagina fossero gli uomini d’altri tempi. Dopo un certo periodo che a me sembrava di sicurezza, gli ho proposto di trasferirsi da me anziché in albergo nei giorni che trascorreva in città. Ho scoperto calzini appallottolati sotto il divano, caffettiere bruciate, asciugamani lasciati fradici sul letto. Sono divorziata ed ho un figlio già grande: mi sono scoperta gelosissima dei miei spazi e per nulla desiderosa di ricominciare a fare da mamma”.

Sul fronte maschile, l’accanimento sui particolari sgradevoli è – povere noi – ancora più puntiglioso. David si vergogna un po’ perché ha paura di passare per il “solito maschio superficiale”, ma non nega d’aver lasciato la fidanzata perché non si depilava le gambe. “Era bellissima, un’ex miss dell’est europeo. Capelli nerissimi, pelle candida e…peluria diffusa! I primi tempi ero troppo abbagliato per lamentarmi, poi ho cercato di convincerla a rimediare, infine mi sono arreso alla sua sciatteria. Il motivo della rottura non è stata certo una ceretta mancata, ma ha contribuito a mettere in luce altri punti di disaccordo tra noi”. Giacomo enumera una sequela d’idiosincrasie: “Io penso sempre d’essere innamoratissimo, poi casca il palco per i motivi più ridicoli. Una mi faceva saltare i nervi perché sbatteva le palpebre e parlava come Paperina, quando c’erano dei ragazzi presenti. Un’altra insisteva ad usare le ciabattine per fare la doccia in casa mia. Diceva che non era igienico e avevo un bel pulire: a lei faceva sempre un po’ schifo. Un’altra ancora, rideva come un maialino e faceva versetti imbarazzanti nei momenti d’intimità”.

“Era perfetta”, dice Piergiorgio- 40 anni architetto – “quel genere di donna che normalmente è considerata “tanta” ma che a me fa impazzire: tanto seno, gambe lunghe e forme abbondanti. Allegra, solare. Purtroppo il suo essere “tanta” si esprimeva anche nell’uso eccessivo di un profumo dolcissimo, che mi stordiva e mi lasciava senza fiato, con un mal di testa atroce. Lo sentivo ovunque: appiccicato sui sedili della macchina, sugli asciugamani in bagno, su tutte le guance che baciava prima di me. Dormire insieme? Impossibile”.

“Qualsiasi motivo è buono per lasciare la persona che non fa per noi” dice Jacopo – 28 anni, violinista – “Quando m’innamoro devo sempre ricordarmi che la perfezione non esiste, che la donna ideale vive solo nei miei sogni. Tutte le volte che m’illudo, quello che io chiamo il disvelamento è ancora più duro. Sono stato fidanzato con una compagna di scuola, un vero talento musicale. Chissà perché non mi è sembrata più tanto eccezionale, quando ho scoperto che leggeva giornaletti di gossip; probabilmente, nella mia testa, avrebbe dovuto posare gli occhi solo sugli spartiti”.

Ecco il decalogo delle idiosincrasie più diffuse, dieci piccoli errori che lui e lei non dovrebbero mai commettere.

Lui:

  • Regalare lo stesso profumo dell’ex fidanzata
  • Mettere i berrettini da baseball girati indietro: fanno bambino cretino.
  • Non lasciar guidare la propria automobile, mai, nemmeno per le emergenze.
  • Indossare giacche taglia 52 quando le spalle arrivano appena alla 48.
  • Tenere nel portafoglio la fotografia della mamma.

Lei:

  • Ridere troppo spesso o mai, comunque al momento sbagliato e con una brutta intonazione.
  • Mettere scarpe ballerine: fanno bambina cretina.
  • Lasciare i capelli nella doccia.
  • Dare baci appiccicosi di lucidalabbra.
  • Fare in pubblico allusioni di qualsiasi genere sulle capacità amatorie del partner (tanto peggio, ovviamente, se sono scarse).

[Articolo pubblicato la prima volta su unadonna.it]