La fiction Luisa Spagnoli, andata in onda su Rai1 nel febbraio 2016, ha avuto un enorme successo ed è stata vista da quasi 8 milioni di spettatori, battendo addirittura quella sul mito assoluto della couture, Coco Chanel, trasmessa nel 2008. Perché ci è piaciuta tanto questa fiction sulla Spagnoli? In parte per la bravura e il fascino degli attori protagonisti – Luisa Ranieri, Vinicio Marchioni e Matteo Martari – ma certamente anche per la curiosità suscitata dalla storia personale di una delle prime e più grandi imprenditrici italiane. Tu stessa, forse, assocerai immediatamente Luisa Spagnoli al marchio di moda icona del made in Italy ma potrebbe sfuggirti il fatto che Luisa Spagnoli è stata anche la fondatrice della Perugina e l’inventrice del mitico Bacio.
La sceneggiatura della fiction Rai è stata liberamente tratta dal racconto “Luisa Spagnoli” di Maria Rita Parsi del romanzo “Le Italiane” (edito da Castelvecchi Editore per Telefono Rosa). Per quanto la storia sia stata romanzata in più punti – se l’hai persa, puoi godertela rivedendola liberamente nei programmi on demand sul sito Rai – tratteggia un personaggio che ha avuto un peso rilevante nell’economia e nella cultura del nostro Paese: una donna forte, determinata, che ha avuto la capacità di trasformare i propri sogni in impresa nonostante le umili origini e il contesto sociale poco favorevole.
Possiamo dire che a Luisa Spagnoli si possono attribuire alcune delle migliori caratteristiche di una DonnaD? La sua vita è certamente fonte di ispirazione per tutte noi.
Luisa Spagnoli nasce a Perugia nel 1877 ed è dotata di straordinaria modernità, di grande creatività e intraprendenza, qualità che la portano a dare vita a due grandi aziende, anticipando di mezzo secolo l’evoluzione della presenza femminile nel campo del lavoro. Nel 1907 con un capitale sociale di 100.000 lire, il marito di Luisa Annibale Spagnoli – in società con Francesco Andreani, Leone Ascoli e Francesco Buitoni – fonda la Società Perugina per la fabbricazione dei confetti. È il 1922 quando Luisa, nel tentativo di contenere i costi di produzione, impasta la granella di nocciola, residuo di tante lavorazioni, aggiungendovi una nocciola intera e ricoprendola con il cioccolato fondente Luisa, di sua invenzione. Nasce così un cioccolatino dalla forma simile alla nocca di una mano, inizialmente nominato “Cazzotto” e poi ribattezzato Bacio da Giovanni Buitoni, mentre al Direttore Artistico della Perugina Federico Seneca si deve l’introduzione dei cartigli, i messaggi d’amore nascosti all’interno del mitico incarto stellato. Con un esplicito riferimento a un altro “Bacio”, il celebre dipinto di Hayez, Federico Seneca disegna poi la scatola blu e argento raffigurante la coppia che si bacia sotto una pioggia di stelle. Grazie al loro fondamentale contributo, il Bacio si trasforma da ottimo cioccolatino in leggenda. Un altro cult di Perugina è la Banana: non si sa se Luisa Spagnoli si sia ispirata veramente a una bambina che intingeva una banana nel cioccolato, ma certamente l’invenzione è riconducibile alla sua ricerca, così come i cioccolatini Tre Re, i Gianduiotti, il Grifo e i Nudi, le praline confezionate per la prima volta in scatola chiusa. Nel 1926 nasce la “Signora in rosso”, Rossana Perugina, la caramella dal “Cuore Segreto” di latte mandorla e nocciola, che deve il suo nome a Roxanne, la dama amata da Cyrano de Bergerac.
Vulcanica e instancabile, nel 1928 Luisa introduce per prima l’utilizzo del filato d’angora per produrre capi di maglieria di pregio: è l’inizio dell’attività tessile che, dopo il 1935 e grazie al figlio Mario, si trasforma nella “Luisa Spagnoli” oggi conosciuta in tutto il mondo. La grande novità per l’epoca è la qualità del filato, che viene lavorato fino ad essere sottile ed omogeneo, mentre fino a quel momento la lana d’angora era poco usata in Italia perché considerata rozza e di poco pregio.
Luisa Spagnoli, come imprenditrice, si rivelò molto abile nel mettere a profitto l’esperienza delle donne Italiane nella filatura a mano e nella manifattura, impegnandosi nella valorizzazione del lavoro femminile. La sua attività fu ancora più strabiliante se si pensa che riuscì a farla fiorire in una piccola città come Perugia, in un periodo storico in cui le donne in Italia erano ai margini della società: non avevano diritto al voto, era loro preclusa la vita professionale e spesso non potevano nemmeno istruirsi o studiare. Riuscì a introdurre nello stabilimento Perugina di Fontivegge – dotato dei più moderni macchinari e attivo fino al 1963 – la nursery aziendale, permessi per l’allattamento e altri benefici per i quali le donne stanno ancora combattendo.
Se vuoi conoscere qualcosa in più della sua vita straordinaria, oltre a vedere una delle fiction più romantiche degli ultimi tempi – in cui viene romanzata anche la grande storia d’amore tra Luisa e Giovanni Buitoni – puoi visitare la Casa Del Cioccolato Perugina, a San Sisto (PG), lì dove sorge lo stabilimento fondato nel 1963 e che oggi fa parte della Nestlè. Al suo interno visiterai per prima cosa il Museo Storico, dove potrai vedere i documenti, le foto, i video, le confezioni e gli incarti che sono stati conservati all’interno dell’Archivio Storico Buitoni-Perugina: il percorso ti farà sfiorare la vita di una protagonista della nostra storia materiale, una donna che seppe anticipare, cogliere e interpretare i cambiamenti socio-culturali italiani e certamente una donna dotata di grande passionalità e determinazione.