Tempo fa, ho incontrato Massimiliano Rosolino, nella sua veste di brand ambassador per Arena , l’azienda che dal 1973 crea e commercializza prodotti waterwear per nuotatori professionisti e per appassionati di nuoto, in occasione della distribuzione della capsule collection ispirata a SpongeBob.
Massimiliano, dopo il ritiro dalle gare nel 2012, tra le tante attività, si è impegnato attivamente nella diffusione del nuoto tra i bambini. Si è provato davanti a me la cuffietta con gli occhioni azzurri di SpongeBob e vi posso assicurare che gli sta benissimo: tira fuori il suo lato burlone e partenopeo. Quindi, visto il suo impegno con Federnuoto e la sua propensione a parlare di piccoli (Massimiliano ha due figlie ancora minuscole, avute con la meravigliosa ballerina Natalia Titova), ne ho approfittato per chiedergli un paio di cose sull’educazione natatoria dei bambini.
Immaginatevi le risposte, pronunciate con un morbido accento napoletano, da un ragazzo simpatico e veramente molto alto (192 cm per 82 kg di peso)
Quanto deve essere importante il nuoto nella vita dei bambini?
Nuotare è una cosa da sapere fare, esattamente come leggere e scrivere. Dovrebbe essere obbligatorio passare dalla scuola nuoto, esattamente come dalla propria classe delle elementari, mentre solo un bambino su cinque può farlo e, spesso, in piscine piccole vecchie e fatiscenti.
Nuotare riguarda la vita, sotto vari aspetti: come nella vita è importante imparare a rimanere a galla ed è importantissimo perché, in un paese come il nostro circondato dal mare, ogni giorno muoiono tre persone per annegamento.
Nuotare può essere uno dei più grandi divertimenti ma è necessario affrontare – e sconfiggere – una paura atavica: mi piace SpongeBob perchè, grazie al suo messaggio positivo e incoraggiante, può contibuire a rendere amica l’acqua.
Com’è la situazione del nuoto giovanile italiano?
Guardando il resto del mondo, non ci stiamo impegnando. Esiste un grosso problema di strutture. Non è possibile che, ad esempio, una città come Milano non abbia un tempio del nuoto e non è stato previsto nemmeno nell’area di Expo. Per quanto riguarda i ragazzi che nuotano agonisticamente, l’Italia raggiunge a livello giovanile l’80% dei risultati mondiali, che però poi scendo al massimo al 20%. Uno spreco su cui porsi delle domande.
A che età si può cominciare a pensare all’agonistica?
Una volta si cominciava a 5 o 6 anni; ora si preferisce cominciare dall’aperitivo, cioè dall’ambientamento. La propaganda comincia a 7 anni.
Qual è l’importanza dell’educazione sportiva?
Lo sport si vede nella vita. Il ricordo del primo tuffo e della prima lacrima sono fondamentali. Non tutti possono vincere ma tutti possono essere felici.
Attraverso lo sport si possono trasmettere valori importanti come il fair play e lo spirito olimpico, per arrivare fino all’educazione alimentare.
Un consiglio ai genitori?
Dovete avere pazienza: nello sport come nella vita, i semi si gettano in famiglia ma i fiori sbocciano altrove, con altre guide.
E poi…smettetela di aiutare i bambini negli spogliatoi!
Quando hai smesso di gareggiare, ti è mancato?
Non ho provato nessun disagio – non mi è mancato – anche se mi piace moltissimo la sensazione di continuare a sentirmi in forma. Per fortuna non mi riesce difficile, mentre ho colleghi che dopo pochi mesi non entrano nelle proprie scarpe!
Nota conclusiva: Confermo il fatto che è in formissima. Glisso sulla pubblicazione di una foto fatta con lui perché, stando in punta di piedi, arrivo a stento alla sua spalla. Che sia di Arena o del nuoto, Massimiliano Rosolino è un gran bel… brand ambassador, parola mia.