Ogni giorno prometto di disintossicarmi dal cioccolato ma il proposito di solito dura meno di ventiquattrore. La determinazione questa volta verrà meno con l’apertura del Salon du Chocolat, l’evento che ha già girato 33 città del mondo – per un totale di 160 saloni – e che torna a Milano tra il 9 e il 12 febbraio 2017.
In quei giorni lasciate perdere le sciocchezze romantiche e occupatevi di una cosa seria: la cioccolata.
Il Salon du Chocolat, nasce a Parigi, nel 1994 grazie a Sylvie Douce e Francois Jeantet; l’evento milanese è organizzato da Digital Events ed è alla sua seconda edizione, con una crescita esponenziale dell’offerta e dell’interesse del pubblico.
Il 9 febbraio si apriranno le porte con il taglio del nastro e alle 19.15 inizierà la “Chocolate Gallery” una sfavillante sfilata di abiti in cioccolato firmati dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani (AMPI) realizzati in collaborazione con 12 stilisti internazionali, studenti della NABA-Nuova Accademia di Belle Arti Milano. La sfilata è stata possibile grazie a un lavoro di squadra supportato dal campione del mondo Davide Comaschi e di Nicoletta Morozzi, Fashion Leader dell’area Fashion Design di NABA. Punto di partenza per la realizzazione dei bozzetti degli abiti sono state le suggestioni suscitate da opere d’arte di diversi stili e periodi storici, dall’antica e tradizionale pittura cinese fino alle contemporanee istallazioni, che ogni stilista ha scelto come punto d’origine e di confronto della sua creazione.
A coronare la bellezza della sfilata due abiti firmati dai maître chocolatier Patrice Chapon e Anita Thakker realizzati rispettivamente in collaborazione con gli stilisti Jean Paul Benielli e Jasper Garvida, un abito firmato da Silvie Valtan, stilista del Camerun e un abito firmato da Ernst Knam in collaborazione con lo stilista di haute couture Tony Ward.
L’Italia ha un rapporto contraddittorio con il cioccolato. Siamo sempre stati percepiti come il paese delle merendine – dove andavano forte slogan come più latte meno cacao – consumiamo soltanto 4 kg pro-capite di cioccolato l’anno, contro i 9 kg della Svizzera, eppure siamo i primi esportatori nel mercato cinese. La nostra cultura scarseggia – forse abbiamo paura che faccia troppo caldo? Eppure ci sono paesi caldissimi come l’Australia che consumano più cioccolata di noi – ma in Italia il mercato del cioccolato è valutato attorno ai 3 miliardi di dollari con esportazioni pari a 665 milioni e il valore della materia prima continua a crescere. Al Salon du Chocolat saranno presenti artigiani e cioccolatieri d’altissimo livello.
Per i milanesi, un appuntamento da non perdere è quello con la Pasticceria Martesana di Vincenzo Santoro. Dall’estate del 2016, Alessandro Comaschi è succeduto al fratello Davide nella conduzione del laboratorio.
Al Salon du Chocolat, Davide Comaschi – direttore della prima Chocolate Academy di Milano e vincitore del World Chocolate Master – sarà presente anche con il suo cioccolatino Cuore di San Valentino insieme a Federica Fontana, testimonial LILT. Il cioccolatino Cuore di San Valentino è stato ideato e realizzato da Davide Comaschi
per *LILT* (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori) e sarà venduto in esclusiva solo durante il Salon du Chocolat. ll ricavato andrà interamente a favore di LILT Milano.
Chi frequenterà il Salone? Le previsioni indicano che più dell’80% saranno donne e quasi la metà potrebbero rientrare nella fascia 35-44 anni: questo dato è facilmente deducibile dalle statistiche sui social. Ad esempio, l’ottanta per cento delle mie amiche è arrivata in fondo a questo articolo e quattro su dieci verranno con me per una full immersion nel cioccolato che durerà tre giorni.