Tempo prezioso al Museo Poldi Pezzoli: la Sala degli Orologi

15 Ottobre 2015

Il Museo Poldi Pezzoli è quel meraviglioso museo milanese che non è solo uno scrigno d’inaudite bellezze ma anche il simbolo del collezionismo e del mecenatismo cittadino.

Dopo una grande attesa e lavori assai complessi, riapre al pubblico la Sala degli orologi, creata per la prima volta in occasione della donazione di Bruno Falck nel 1973. Falck, allora, cedette al Museo Poldi Pezzoli 129 orologi preziosissimi, soprattutto di epoca rinascimentale e barocca in area tedesca. Oggi la sala è stata ampliata e aggiornata dal punto di vista tecnologico, grazie al contributo di un privato particolarmente sensibile all’atmosfera del Poldi Pezzoli: il rifacimento è stato possibile grazie alla generosità di Nina Stevens, che ha voluto dedicare l’opera di restauro alla memoria di Patrick Heiniger, suo compagno e storico CEO di Rolex.

In questo periodo sono in mostra circa 130 pezzi, a rotazione, mentre in tutto il museo sono visibili circa 450 orologi, tra cui 70 chiavi di carica, circa 200 orologi solari collezionati da Piero Portaluppi e gli orologi curiosi appartenuti a Poldi Pezzoli, tra cui due automi.

Attualmente, la collezione presente al Museo Poldi Pezzoli è la più importante d’Italia; può competere per importanza con alcuni musei europei deputati solo all’orologeria e con la collezione del British Museum di Londra.

Annalisa Zanni, direttrice del Museo, pone l’accento sullo sforzo continuo nell’aggiornamento museografico, mantenendo lo spirito originario del luogo. La Sala degli orologi è una stanza che raccoglie bellezze da togliere il fiato ma è anche diventata un luogo dove poter imparare qualcosa dell’arte del meccanismo. Gli orologi, non sono più esposti come nature morte, fermi e chiusi: un’applicazione permette ai visitatori di navigare all’interno manufatti come solitamente non è possibile fare, vedere i meccanismi, ascoltare i ticchettii, incantarsi di fronte agli automi messi in azione.

Con il tempo e grazie al nuovo spazio, la collezione si potrà arricchire anche dei pezzi che – fino al ‘900 – hanno fatto la storia dell’orologeria di lusso in Europa.