A casa della nonna materna, il pane raffermo era trasformato in una torta che mi piaceva molto.
Ero piccola ma già apprezzavo in concetto di riciclo e riuso e l’analogia con le zucche che si trasformano in carrozze.
Quando il pane non si elevava a rango principesco di dolce, veniva regalato ad una signora che allevava oche, da qui il nome di fantasia “torta delle oche”.
In realtà, la torta di pane, in Veneto, si chiamerebbe torta putana ma ti assicuro che mia nonna non si sarebbe mai sognata di pronunciare quella parola in mia presenza; l’ho scoperto da sola più tardi.
È un dolce povero, di “recupero”, per il quale non esistono dosi certe.
Per la torta “base” fai così:
- Taglia grossolanamente del pane bianco raffermo (4-5 panini) e bagnalo con un litro di latte.
- Sbatti 2-3 uova con lo zucchero (circa 6 cucchiai) e aggiungile al pane, assieme ad un bicchierino di grappa, una manciata di uva passa, parecchia scorza di limone grattugiata.
- Mescola bene, preferibilmente con le mani, in modo che il composto rimanga leggermente grumoso ma il pane sia tutto bagnato.
- Assaggia per regolare lo zucchero, soprattutto se aggiungerai anche altri ingredienti di cui parlo più avanti.
- Copri la ciotola con un piatto e lascia riposare qualche ora o tutta la notte in frigorifero. Attendere ha due scopi: il primo è che così si amalgamano meglio gli ingredienti, il secondo è che puoi differire la cottura al momento in cui ti sarà più comodo.
- Accendi il forno a 160°C; versa il composto in una pirofila imburrata e cosparsa di pangrattato.
- Fai cuocere per circa un’ora. Alla fine della cottura, la torta deve avere una consistenza soda ma ancora umida.
La torta di pane non è eccezionale da mangiare subito, di sicuro non calda: l’ideale sarebbe lasciarla riposare almeno mezza giornata. Servila tagliata a rettangoli che farai passare nello zucchero semolato.
MIA NONNA CI METTEVA ANCHE…
Ricordati che questa ricetta è una classica “svuota dispensa”, perciò puoi aggiungere altri ingredienti.
Mia nonna aggiungeva sempre degli amaretti.
Non farti scrupoli se ti capitano sottomano pezzettini di mela o pera (magari quella un po’ bruttina che nessuno vuole mangiare), frutta secca, avanzi di müsli o biscotti troppo sbriciolati per l’inzuppo, un pizzico di cannella o una bustina di vanillina.
La torta di pane è molto nutriente e facilmente impacchettabile, perfetta da infilare nello zaino della merenda o della montagna.
LA VARIANTE REGIONALE
La torta di pane è diffusa un po’ ovunque ma la variante un po’ più codificata è quella della torta nera di Monza, chiamata anche Torta Paesana in tutta la Brianza. È nera perché bisogna aggiungere cacao e altri ingredienti che ti racconto QUI.