La nonna materna aveva un arsenale ben preciso di ricette e tra queste – per Carnevale – c’erano i rufioi. Se in Veneto dici rufioi, ruffioi o raffioi, intendi ravioli: quale tipo non è dato sapere, potrebbero essere indifferentemente salati o dolci.
Per mia nonna e per la gente che è nata tra Verona e Vicenza, i rufioi sono ravioli dolci che si preparano soprattutto in questo periodo e in altre particolari occasioni di festa. A Costeggiola – poco distante da Soave, per chi comprende al volo i riferimenti enologici – si fanno la terza domenica di gennaio, per la Sagra di Sant’Antonio Abate.
Se cerchi in giro la ricetta dei ravioli dolci veneti, potresti trovare anche dolcetti di pasta frolla ripieni di marmellata e cotti in forno: buonissimi ma non rufioi. Mia nonna li faceva come leggerai e – ti avverto già – la ricetta è leggermente diversa da quella “ufficiale”; del resto è una ricetta di nonna, cosa pretendi!
I rufioi sono dolcetti ricchi, costosi e relativamente lunghi da fare: un lusso. A lei il lusso, l’abbondanza, la generosità in ogni frangente della vita piacevano molto e aveva perfettamente ragione.
COSA TI SERVE:
Per prima cosa devi preparare una pasta identica a quella per le chiacchiere (trovi qui quella di un’altra nonna).
Per il ripieno prendi: 150 g di mandorle, 150 g di noci, 150 g di pinoli, 150 g di amaretti, 150 g di arancia candita, Crema Marsala all’Uovo q.b. e tieni a portata di mano dei biscotti secchi tipo Oro Saiwa che potrebbero servire se l’impasto fosse troppo liquido.
COME SI FANNO:
I Rufioi devono essere fritti nello strutto. Hai capito bene: strutto. Usa pure olio di arachidi ma non è la stessa cosa, ovvio.
Procedi come per i ravioli normali, stendendo la pasta sottile e mettendo al centro di ogni raviolo un cucchiaino di ripieno. I rufioi sono generalmente tagliati a mezzaluna ma, se preferisci ottimizzare lo sforzo o aiutarti con la macchina, anche quadrati andranno bene.
Una volta fritti e lasciati sgocciolare, cospargili da caldi con zucchero semolato e da freddi con zucchero vanigliato.
Si mangiano sia tiepidi sia freddi ma sconsiglio di attendere troppo.
Noticine:
C’è chi mette nel ripieno solo mandorle e aggiunge un po’ di cacao. C’è chi usa grappa o Sambuca. Fai come vuoi ma la ricetta di mia nonna è meglio: lei faceva una grande quantità di ripieno che era utilizzato più volte durante il Carnevale, perché si conserva bene e a lungo in frigorifero. Noi – quando nessuno aveva più voglia di friggere e avanzava – lo mangiavamo a cucchiaiate spalmato sui biscotti.