Sono tanti tre mesi di vacanze estive? Solo una pazza potrebbe negarlo ma io li aspetto con la stessa ansia con cui le aspettano i bambini.
Quest’anno mi sono ritrovata in mezzo a un fiume di brufoli che cantavano in coro lanciando in aria i diari – in certe manifestazioni i 2.0 sono ancora collodiani – ed ero felice come loro. Non mi sono nemmeno scomposta quando ho appurato che il trend di quest’anno era farsi firmare le magliette da tutti gli amici, per poi conservarle a vita (firme, chiazze di sugo e sudore inclusi).
È pur vero che non riesco più arrivare puntuale da nessuna parte, che ci metto il doppio a scrivere un articolo perché nel frattempo una torre di geomag non può stare in piedi senza di me e un gioco sul pc deve essere approvato da un adulto.
Ieri, per esempio, stavo cuocendo gli spaghettoni 600.27 di Carla Latini e mi sono distratta. Me ne sono ricordata dopo diciassette minuti e…ragazzi, è vacanza, non mi sono scomposta neppure lì: li ho scolati e messi da parte per fare la frittata, perché erano ben cotti ma buonissimi e ciccioni come piacciono a me, che amo la pasta di grande spessore.
Fatica, distrazioni e disastri – ma attenzione, non è colpa dei bambini, siamo noi che non sappiamo gestire bene il nostro tempo – sono ripagati da coccole, chiacchiere infinite e pezzi di vita reale da condividere, erosi durante l’anno da almeno dieci ore trascorse fuori casa, separati.
D’estate, quindi, mi godo la possibilità di incidere ancora sulla loro educazione, anche in piccole cose banali come andare insieme al mercato per scegliere l’insalata amara, da condire con l’olio buono, e da mangiare a forchettate con la frittata della mamma distratta (che buona: ce la rifai?)
(La frittata si fa a occhio, non vi posso dare la ricetta: prendete come riferimento un uovo e 50 g di pasta avanzata per ogni commensale. Aromi e condimenti affidati al vostro buon gusto)