L’arte nasce nella vita quotidiana di ogni artista, nei suoi occhi; si forma nella sua immaginazione, per prendere vita dalle sue mani; si nutre d’amore e mecenatismo, per giungere fino agli occhi di chi la guarda.
Se amate l’arte contemporanea, Or Not è la pubblicazione indipendente da tenere d’occhio e a cui trovare un piccolissimo posto nel vostro scaffale dedicato all’espressione della bellezza.
Or not, infatti, è un’opera monografica e trimestrale creata da arsprima – associazione culturale per le arti contemporanee – che segue tutto il percorso, passo per passo, di un artista. Associazione e pubblicazione nascono entrambe dalla passione di Cristina Gilda Artese – collezionista, mecenate contemporanea e scopritrice di talenti.
Ogni volta, Or Not è dedicato alle anomalie contemporanee di un giovane emergente, che si è distinto per creatività, ricerca, impegno, qualità artistica. Il progetto si sviluppa per mesi, grazie a un curatore e a contributors che lavorano a fianco dell’artista, per approcciare il suo lavoro attraverso letture e occhi differenti.
Or Not 10 – il numero dieci, a cura di Sarah Corona– è appena uscito, dedicato a Silvia Trappa.
Silvia è una scultrice e la sua anomalia riguarda sia i soggetti che ha scelto di rappresentare sia il concept: principalmente adolescenti e giovani sante.
La sua ricerca verte su temi sociologici importanti e molto attuali: il rapporto tra mente, spirito e corpo nella giovane età e l’uso del corpo femminile, in nome della libertà.
Silvia ha rapporti con una committenza che la considera una ritrattista, senza tuttavia che lei esegua un ritratto fedele. Dice: “A volte è più semplice ritrarre chi non conosco. L’importante è che il committente sia coinvolto con questa persona e me la sappia descrivere”. Lo studio si concentra su dettagli astratti, come la postura e l’atteggiamento. Questo modus è percepibile anche nelle altre opere.Le sue sante-fanciulle riflettono stilisticamente una lunga permanenza in Giappone, in cui Silvia ha affinato anche la parte grafica che, prima di allora, lei considerava solo preparatoria al lavoro scultoreo; oggi invece si esprime anche attraverso disegni e collage dall’aspetto leggero e un po’ giocoso, che rivelano con delicatezza un contenuto profondo.
I personaggi sono senza occhi: privandoli dello sguardo, l’attenzione ricade su tutto il resto.
Le sante contestavano l’autorità costituita, la società e la famiglia. Facevano un uso del corpo diverso da quello che ci si aspettava. Possono essere considerate illustri antesignane del femminicidio, poiché portate al martirio solitamente da congiunti o coniugi; del resto le donne sono sempre state attaccate fisicamente.
Le statue hanno un atteggiamento di attesa: attendere può essere un gesto bellissimo.
Bio:
Silvia Trappa è nata a Orzinuovi nel 1986, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2008 in Scultura. Iscritta al Biennio Specialistico è selezionata per uno scambio universitario con la Tokyo Zokei University, che frequenta tra il 2009 e il 2010. Rientrata in Italia, consegue il Diploma di II Livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo – Scultura nel 2011.
Dal 2013 tiene un Laboratorio di Arteterapia per disabili presso il Reparto RSD di Soncino.
Una nuova personale di Silvia Trappa è prevista a Milano, il 22-23-24 Ottobre 2015, presso la gioielleria Stagnani di Via Santa Radegonda 5.
Stay tuned. Io non la perderò d’occhio.