Silvia Gottardi: she got game

4 Maggio 2016

Silvia Gottardi è una “ragazza attiva” nel senso che cento ne pensa e mille ne fa. Classe 1978, Silvia è stata una cestista professionista – questo lo dice con un sorrisetto, visto che le donne italiane nello sport non possono essere professioniste – in quanto ha militato per anni in serie A e vestendo più volte la maglia della nazionale. Oggi Silvia Gottardi – che nel frattempo si è laureata in marketing sportivo ed è la responsabile comunicazione della Lega Basket Femminile – continua ad occuparsi del mondo che ruota attorno alla palla a spicchi giocata al femminile ma non solo. Ha unito la sua passione per la regia e quella per i viaggi in un progetto che la porterà da giugno 2016 sulla strada, in bicicletta, per ripercorrere idealmente il Giro d’Italia del 1924.

 Com’è nata la passione per i viaggi e la bicicletta?

Tanto per cominciare sono trentina e in Trentino vanno tutti in bici. Se a questo aggiungi che provengo da una famiglia di viaggiatori, che mio padre e mia madre mi hanno abituata fin da piccola a fare viaggi overland e che per me la bicicletta è un mezzo di locomozione quotidiano, il gioco è fatto.

cicliste per caso OKSommando tutti gli ingredienti è nato – con Linda Ronzoni, amica, art director e appassionata scrittrice – il progetto Cicliste per caso che racconta il nostro primo lungo viaggio su due ruote tra Cile e Patagonia. Il nome di battaglia “Cicliste per caso” e il blog sono nati proprio per quel tour cicloturistico lungo la mitica “Carretera Austral”, la leggendaria strada sterrata di 1.200km che corre contro vento lungo la Patagonia cilena, tra fiordi, ghiacciai e natura selvaggia: il sogno di ogni avventuriero.

 

Silvia e Linda in Cile

Silvia e Linda in Cile

Hai mai avuto paura, come donna di viaggiare sola?

Onestamente no, non abbiamo mai avuto paura. Non c’era veramente nessuno e chi abbiamo incontrato è sempre stato molto gentile. Le donne devono poter decidere di andare dove vogliono, quando vogliono. Per il nostro prossimo progetto in Italia, ci hanno offerto una macchina d’appoggio ma l’abbiamo rifiutata. Perderemmo il gusto di viaggiare sole, quel senso di libertà.

 

 

Perché dedicherai il prossimo viaggio al Giro d’Italia del 1924?

Partiremo il 6 giugno da Milano e attraverseremo l’Italia fino a Catania, percorrendo circa 1.650km. Ripercorrendo simbolicamente il Giro d’Italia del 1924 di Alfonsina Strada, la mitica ciclista che nel 1924 partecipò per prima al Giro, affrontando varie peripezie, sfidando la morale comune e diventando una pioniera della parità di genere nello sport. Lo faremo per porre l’attenzione sui diritti delle donne, in un momento storico in cui si parla molto di donne e pari opportunità, ma in cui purtroppo le donne sono ancora vittime di violenza e discriminazione. La bicicletta ha avuto un ruolo importante nella storia dell’emancipazione femminile, permetteva alle donne di spostarsi autonomamente lontano dai confini domestici e di indossare i pantaloni.

 La prospettiva femminile è centrale nella tua attività di film-maker?

Durante il tour che si intitolerà “L’Italia sulle tracce di Alfonsina Strada” ho intenzione di girare un documentario in cui darò la parola a donne in gamba che hanno belle storie da raccontare.

She got game - il documentario sul basket femminile di Silvia Gottardi

She got game – il documentario sul basket femminile di Silvia Gottardi

Ho già messo le donne al centro del mio primo documentario SHE GOT GAME – il titolo richiama He got game di Spike Lee, film culto sul basket e GOT è il mio soprannome come cestista – che ha vinto la “Guirlande d’Honneur ” ad “Exsport Movies & Tv 2015 – 33rd Milano International FICTS.

In SHE GOT GAME ho fatto parlare le donne – tutte campionesse di varie generazioni – che hanno messo la loro energia, l’entusiasmo e la passione per promuovere la pallacanestro femminile e più in generale lo sport in rosa, superando gli stereotipi di genere.  Volevo parlare di temi importanti come le pari opportunità, il binomio sport e donne, per giungere ad una nuova definizione del femminile a cominciare dallo sport.

L’Italia è un paese dove non c’è una sola donna a capo di una federazione, dove le donne non possono essere sportive professioniste e quindi, ad esempio, non hanno diritto a un’indennità di maternità, quindi anche chi gioca in serie A può trovarsi a dover scegliere tra famiglia e carriera, essere costretta a fermarsi o retrocedere di categoria.

Durante “L’Italia sulle tracce di Alfonsina Strada” come sarà possibile seguirvi?

Attraverso i social e il blog di Cicliste Per Caso, dove non saranno solo riportate le nostre avventure ma anche le date degli eventi al femminile che stiamo organizzando lungo la strada. In queste date parleremo di donne, emancipazione e pari opportunità attraverso l’arte, il cinema, il teatro, la musica. Se qualcuna di voi volesse accompagnarci per un tratto di strada o raccontare la propria storia, sarà la benvenuta.

 Quali consigli pratici daresti a una donna che volesse cominciare viaggiare in bicicletta?

Per prima cosa, se non sei una ciclista già allenata, non sottovalutare la preparazione fisica specifica. Il che significa: pedala più che puoi, anche in palestra se necessario. Nonostante io sia molto allenata e una sportiva, l’approccio al primo viaggio lungo non è stato una passeggiata.

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Silvia Gottardi, sempre in viaggio.

Meglio usare la bicicletta quotidianamente e poi cominciare con piccoli viaggi di pochi giorni, allungando progressivamente le distanze. In media, durante un viaggio io e Linda pedaliamo per circa 70 km al giorno. In Patagonia piantavamo la tenda solo quando eravamo troppo stanche e questo dipendeva dal percorso.

Per quanto riguarda il tipo di bicicletta, noi ne usiamo diverse a seconda delle situazioni ma per quel viaggio – e per il prossimo – ci ha sponsorizzato Cinelli con le Zydeco da ciclocross. La cosa importante è poter piazzare il bagaglio nei borsoni perché gli zaini sono vietatissimi

A parte il caschetto, ci sono pochi essenziali: occhiali da sole, un cambio di abbigliamento tecnico (e il sapone per lavarlo). Ogni chilo in più nelle sacche si maledice lungo la strada ed è importante portare una buona scorta d’acqua. In città, nella vita quotidiana, gli oggetti che sembrano fondamentali sono tantissimi, mentre quando si parte per un viaggio ci si lascia tutto alle spalle.

Sei brava anche con le riparazioni?

Onestamente sia io sia Linda siamo un po’ scarsine. Per questo motivo, consiglio di frequentare un piccolo corso di manutenzione prima di partire. Di solito basta chiedere nei negozi specializzati se tengono incontri del genere.

Nel bagaglio comunque il kit d’emergenza non manca, anche se a me interessa di più trasportare più materiale fotografico possibile, il cavalletto, la telecamera.