Eleganza sotto zero

15 Gennaio 2017
La grande nevicata di new York 2014 - photo credits Andrew F. Kazmierski

Un grosso problema di quest’inverno sono gli stivali cuissard indossati da ventenni con calze velate e minigonna, Sono giovani, Signoramia, le perdoniamo o le immoliamo sull’altare dell’eleganza?

Invece una donna in età da primo filler sottocutaneo – che scivola sul ghiaccio indossando stivali tacco dodici – non solo non è chic ma potrebbe essere persino denunciata per crudeltà nei confronti delle proprie ossa: un femore o una caviglia fratturati obbligano a indossare gessi poco conformi al bel vestire e al grazioso incedere.

Persino la fanciulla in fiore che pattina in ballerine Porselli – sembrando un’anatra fuori dall’acqua al posto di una danzatrice del Lago dei Cigni – non rende un buon servigio alla sua persona. La sua mamma dovrà curarle il raffreddore per tutto l’inverno, dal momento che quest’anno il diktat è non usare le calze come le coetanee inglesi.

Del resto ogni anno, a primavera, calano da Albione sulle Dolomiti sciami di liceali che girano in golfino e minigonna mentre noi indossiamo ancora i piumini. Per loro l’equazione è semplice: il calendario dice che è primavera, ergo – anche se siamo a duemila metri – possiamo andare in giro svestite. Evviva la calda primavera in quota, dove al sole ci sono ben 6°C

Quest’inverno ogni tanto arriva una folata artica o siberiana. Stamani in città c’era uno strato di ghiaccio. Incrocio due universitari, lei in pantaloncini corti, le ovvie calze velate e stivali di pelliccia, lui con le sneakers di tela, i pantaloni risvoltati e le ancora ovvie caviglie nude. Erano blu, tinta che non dona alla carnagione. Avevo voglia di ricoverarli in macchina e offrirgli il mio thermos di tè (saltuariamente corretto rhum, quando sto partendo per una gita in montagna) ma avevo paura che troppo buon senso potesse mandarli in shock.

Finalmente vedo di fronte a scuola due liceali provviste di trecce (marca distintiva delle ragazze intelligenti) e di tutto il guardaroba caldo che erano riuscite a trovare, scarponcini tecnici inclusi. A parte l’atteggiamento da adoratrici di Chiara Ferragni su cui sorvolare, avevano l’aria sana e sufficientemente autonoma nei movimenti.

Il cuore mi si è allargato sul serio solo quando ho visto un paio di amiche che si stavano dirigendo al parco per la loro 10K quotidiana, provviste di guance rosse, sorriso smagliante, passo sicuro e nessun tremito nelle ginocchia grazie ad una buona calzamaglia termica: l’eleganza perfetta.