La ricompensa del gatto di Hiroyuki Morita – già animatore di Kiki consegne a domicilio e I racconti di Terramare rispettivamente al fianco di Hayao e Goro Miyazaki – è il nuovo film d’animazione di Studio Ghibli che uscirà al cinema come evento speciale nei giorni 9-10 febbraio 2016.
In piena sintonia con la mania collettiva per mici micetti e micini ma per nulla banale e sdolcinato, La ricompensa del gatto è un film che segue il filone onirico e fantastico tipico di Studio Ghibli, nascondendo tra le pieghe di una trama giocosa e non particolarmente complessa, una sottotraccia simbolica molto interessante.
Haru è una ragazzina in quella fase dell’adolescenza fatta di poca autostima, noia e insoddisfazione. Un giorno salva un curioso gatto parlante che sta per essere investito da un camion. Durante la notte, va a farle visita l’inquietante corteo del Re dei Gatti: il gatto che la ragazza ha salvato è nientemeno che il Principe dei Gatti e suo padre, immensamente grato la vuole ricompensare. Haru comincia a ricevere doni particolarmente bizzarri e insistenti: quando cerca di sfuggire a attenzioni che sarebbero più gradite a un felino che a una ragazza, una voce misteriosa le suggerisce di rivolgersi all’Ufficio del Gatto per trovare aiuto. Nonostante il gatto Baron, il gattone Muta e il corvo Toto – personaggi già presenti ne “I sospiri del mio cuore” e che assomigliano a una banda di fuorilegge con compiti da A-Team- si adoperino per lei, Haru viene rapita e portata nel Regno dei Gatti per andare in sposa al principe ereditario.
Nel Mondo dei Gatti, Haru comincia la sua trasformazione: scopre un mondo bellissimo ma inquietante, con personaggi dai lati oscuri come accade ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Il dilemma per lei è decidere se accettare di rimanere in una dimensione parallela, rinunciando a crescere nel mondo reale o prendere in mano la sua vita. La tentazione è forte: Haru deve scegliere tra una vita apparentemente facile e confortevole, anche se priva di libertà, e l’incognita di “passare oltre” e diventare grande.
Bellissimi i gatti che sembrano provenire da tutti i paesi e da tutte le favole: naturalmente ci sono i gatti egiziani (civiltà che ancor più di quella giapponese ha fatto assurgere i gatti a divinità), gatti mediorientali che sembrano uscire dalle Mille e una Notte e gatti che ricordano le guardie di Richelieu nei Tre Moschettieri.
Il gatto Baron, affascinante malandrino che richiama il Gatto con gli stivali, tra peripezie e colpi di scena, traghetta Haru verso una maggior consapevolezza, anche sentimentale.
A chi piacerà questo film? Naturalmente a tutte le appassionate di gatti dai cinque ai cinquant’anni, alle ragazzine alle prese con i primi battiti di cuore e ancora poco sicure di sé, alle mamme delle suddette ragazzine e, naturalmente, alle fan di Studio Ghibli.
Per conoscere i cinema in cui sarà proiettato, potete consultare il sito italiano di StudioGhibli.