Revolution. Musica e ribelli 1966-1970, non è solo una mostra di oltre 500 oggetti memorabilia degli anni che cambiarono per sempre la vita di una generazione intera, ma soprattutto una mappa concettuale per ripercorrere le storie, i protagonisti, i luoghi di quel breve e densissimo periodo che riuscì a scardinare le basi della società, plasmando in maniera innegabile il nostro stile di vita attuale.
La mostra, già ospitata dal Victoria and Albert Museum di Londra, è visibile a Milano dal 4 dicembre fino al 4 aprile 2018 negli spazi della Fabbrica del Vapore e credo sia una visita irrinunciabile per qualsiasi adolescente. Farà un mucchio di domande e sentirà musica meravigliosa.
Per essere più precisi: dal primo passo oltre il varco d’accesso alla mostra, non capirà niente, gli sembrerà di essere capitato su un pianeta sconosciuto e avrà un inesauribile monte-domande per il futuro: “Ma sul serio i ragazzi di quella generazione hanno fatto quelle cose? Avevano circa l’età dei miei fratelli…”
Ma parliamo della musica: grazie al sofisticato sistema di audio-guide Sennheiser (partner dell’esposizione) e alla curatela di Victoria Broackes, potrai scivolare attraverso il periodo indimenticabile scandito dalle canzoni dei Beatles, di Bob Dylan, degli Who, di Hendricks e di tante altre star fino al concerto di Woodstock, con una playlist che di per sé è un oggetto d’arte.
Il fil rouge sonoro ti invita a percorrere un viaggio attraverso una rivoluzione che toccò ogni ambito della vita comune: la moda, le droghe, la controcultura, i diritti umani, il femminismo, il consumismo, le comunità alternative. Da Carnaby Street a Londra agli hippy di Haight-Ashbury, dall’innovazione tecnologica della Bay Area alle proteste del maggio francese, dalle comuni sparse in tutta l’America ai festival di Woodstock e dell’Isola di Wight: quegli anni furono caratterizzati da un idealismo ottimista che spingeva le persone a far fronte comune per sovvertire le strutture di potere in ogni sfera della società. Impossibile non provare una fitta di nostalgia, anche se la tua vita non era presente nemmeno in uno spermatozoo.
Potrai divertirti a vedere il celebre stilista Vidal Sassoon alle prese con un iconico “bob”, gli occhiali di John Lennon e le chitarre sfasciate, gli abiti indossati dai ragazzi durante la “summer of love”, i simboli della protesta politica o della guerra del Vietnam, i primi mobili di design e le pubblicità che hanno condizionato gli acquisti di una generazione. Impossibile a quel punto non ripensare a serie tv di culto come Mad Men o Good Girls Revolt: se non le hai viste, possono essere un compito a casa per entrare nel mood del periodo.
Revolution ti lascia la sensazione di aver sfiorato lo spirito di un lustro che sembra fuggito via, lasciando soprattutto brutti ricordi. All’uscita, passando sotto le parole di Imagine di John Lennon, è impossibile non fare la somma dei cambiamenti reali e duraturi prodotti da quell’epoca e quella di quanto è andato perduto o disatteso nei decenni successivi.
IL CATALOGO
Pubblicato da Skira, “Revolution. Musica e ribelli 1966-1970, Dai Beatles a Woodstock” è suddiviso in nove sezioni (Racconto di due città; Revolution Now; La controcultura; All Together Now?; Il Fillmore, il Grande e la Sunset Strip; You Say You Want a Revolution?; La moda britannica tra il 1966 e il 1970; Il marshmallow cromato; “Siamo come dèi…”) ed è corredato dei saggi di
Geoffrey Marsh, Sean Wilentz, Barry Miles, Jon Savage, Howard Kramer, Victoria Broackes, Jenny Lister, Alison J. Clarke e Fred Turner. Il volume propone un affascinante e coinvolgente viaggio nel tempo che permette di vivere, o rivivere, lo shock di quegli anni, brevi, ma luminosi, fragorosi e intensi, e la loro iconografia spettacolare e raffinatissima.