Gli ideatori di filmaMI – il grande progetto collettivo che racconterà Milano attraverso una miriade di filmati amatoriali – devono aver intuito quanto la città sia amata e ritratta quotidianamente. Del resto, basta fare un giro sui social network e usare #Milano per la ricerca – in una qualsiasi domenica di sole – per rendersi conto in un battibaleno quale magnifico serbatoio d’immagini sia già disponibile. Meglio di un ufficio per il turismo.
FilmaMi chiede ai cittadini di raccontare la propria Milano attraverso un breve video che andrà a completare MILANO 2015, il film documentario che racconterà, attraverso sguardi differenti, persone luoghi e riti della città di oggi.
MILANO 2015 sarà firmato da sei registi – Silvio Soldini, Giorgio Diritti, Walter Veltroni, Cristiana Capotondi, Roberto Bolle ed Elio – e filmaMI sarà il settimo capitolo del progetto.
Se anche voi amate la Milano dalle mille anime, la Milano vissuta e non patinata, la città che sta cambiando in maniera vertiginosa e volete contribuire con un video, guardate portale ufficiale www.filmami.eu come partecipare.
Sono pronta a giurare sul successo immenso di questa iniziativa perché, in questo momento, non c’è regista, sceneggiatore, copy, scrittore, pubblicitario, che abbia il polso della realtà migliore di chi la vive. Vuoi vedere cosa c’è di bello (o di brutto) in città? Esci e mostralo agli altri. È il paradosso della comunicazione ma – a quanto pare – funziona.
cat
27 Maggio 2015 at 15:19Magari tra i registi di filmaMI ce ne sarà qualcuno più bravo dei 6 ufficiali! Battute a parte, non brilla di originalità e mostrerà quello che hanno già svelato Life in a Day e Italy in a Day: il montaggio per il cinema è fondamentale.
Ma il cinema, quello delle belle storie, è un’altra cosa.
oliviachierighini
27 Maggio 2015 at 16:58Ipotizziamo che in una montagna di filmati ci siano minuti di girato veramente belli; ipotizziamo, poi, che la selezione e il montaggio siano straordinari.
Quello che mi sta colpendo particolarmente, di tutta questa serie di iniziative, è la scientifica applicazione di quella teoria di marketing per cui “si mette al lavoro il cliente”. Tutti sono contenti di “metterci il dito” ma, come dici tu, il cinema ha un altro valore.
YANEZ
27 Maggio 2015 at 18:22ci deve essere un refuso, tra i registi nomini Walter Veltroni.
A parte ciò, si chiama outsourcing della creatività.
Aggratis. E sfruttando il famoso quarto d’ora di celebrità della buonanima di Warhol aggiornato ai tempi nostri.
cmq il risultato sarà bello, nonostante tutto ciò.