Un pomeriggio di molti anni fa, ero stata presa dalla smania di fare i vanille kipferl, quei biscottini di pasticceria viennese fatti a ferro di cavallo, qualche volta intinti nel cioccolato.
Era sicuramente una domenica – quando i negozi a Milano chiudevano ancora per riposo – perché non avevo tutta la farina di mandorle che mi serviva e non potevo uscire a comprarla. Però, avevo in casa una parte di nocciole e la voglia di fare biscotti era inarrestabile.
Avete presente quando volete cucinare, la vostra parte razionale vi bisbiglia che non otterrete mai il risultato canonico ma dite a voi stessi “o la va o la spacca”? Il momento era proprio quello. A volte devo buttare via tutto ma altre volte gli esperimenti danno risultati interessanti.
Ora, prima di suggerirvi questa variante dei kipferl alla vaniglia, vi do un consiglio di metodo: quando modificate una ricetta o ve la inventate di sana pianta, scrivete tutto quello che fate. Se sarà un successo, potrete replicarlo, altrimenti avrete una base su cui lavorare per migliorare.
Per fare i miei non-kipferl, che per onestà filologica chiamerò solo biscotti alle mandorle e nocciole, setacciate 150 g di farina di mandorle, 250 g di farina di nocciole, 280 g di farina tipo 1, 160 g di zucchero, un bel pizzico di sale e l’immancabile contenuto di un baccello di vaniglia. Unite 200 g di burro freddo (usate il mixer o la planetaria con il gancio k), poi aggiungete 3 tuorli. Lavorate la pasta quel tanto che basta, fate la solita mattonella e mettetela in frigorifero 2 ore.
Scaldate il forno a 190°c e formate con l’impasto dei cilindretti dello spessore del dito mignolo di uno scaricatore di porto e tagliateli ad una lunghezza di circa 8-10 centimetri, poi curvateli come dei corni. Io, che quando voglio sono una precisina, faccio in modo che ogni biscotto pesi 20 o 25 g. Fateli cuocere per 10 minuti.
Quando saranno tiepidi, tuffateli nello zucchero a velo mescolato a zucchero vanigliato, nella proporzione 5:1.