Potete continuare a disquisire sul caffè di Starbucks e come sarebbe bello avere anche noi un posto rilassato dove leggere, fare uno spuntino e usare a volontà una connessione internet gratuita ma, di fatto, a Milano almeno un posto così c’è.
Si chiama Parenthesy, in Galleria Borella, quel passaggio vitale che collega Via Carducci a piazza Sant’Ambrogio. In piena zona universitaria, quindi, dove una volta noi studenti ci barcamenavamo per trovare un panino decente e un posto che ti facesse una stampa urgente in meno di tre giorni.
Parenthesy, disegnato dallo studio dell’architetto Giacinto Patuzzi di Verona, è un bar con annesso servizio copy & digital print ma non solo: ha una meeting room con schermo a led, 10 postazioni computer, 12 fotocopiatrici, un piano soppalcato con 24 postazioni dotate ciascuna di presa corrente e USB. Tuttavia, Parenthesy integra il concept del coworking con una concezione fluida tra living, lavoro, studio e relax.
Tutto il locale è implementato dalle nuove tecnologie social e prepaid; il Wi-Fi è ovunque (no, in bagno non ho provato). Insomma, se ci sforziamo un po’, noi italiani siamo capaci di raccogliere gli stimoli migliori e aggiungere anche il quid che ci appartiene. La caffetteria, per esempio, è italian style e molto curata: potete mangiare un buon panino o una macedonia che non sia di plastica a un prezzo assai decoroso.
Vi piace e vi siete affezionati al luogo? Avete bisogno di un ufficio volante dove ricaricare lo smartphone, leggere la posta e stampare un documento? Procuratevi la carta prepagata che permette di fare qualsiasi cosa – anche un’ordinazione – in completa autonomia e con uno sconto sensibile su alcuni servizi.
Onestamente – memore di quei giorni in cui dovevo stampare la tesi di laurea e la consegna in tempo utile per depositarla in segreteria, era un terno al lotto – mi sono commossa vedendo che avrei potuto averla rilegata color peonia nel tempo di uno spuntino.
Parliamo di design: mi piace entrare in un posto che sia funzionale e anche bello, in cui i particolari sono stati curati nel dettaglio. Non ci sono colori sgradevoli, orpelli, angoli morti e cul de sac in cui una mandria di studenti si possa schiacciare senza via di fuga. L’ambiente è fluido, l’arredo non è monotono e probabilmente piacerà anche agli estimatori di quel famoso locale con le poltroncine tutte diverse.
Il cuore dello spazio è un hub core: una scatola in legno che sembra il gioco di un bambino con pezzi che si muovono, si compenetrano, lati tagliati da linee non casuali ma strettamente dettate dalle necessità funzionali di ognuno dei suoi 4 lati. Il legno è di provenienza industriale, il sistema di montaggio non nasconde nulla, la schiettezza è la parola chiave: nessuna componente è priva di funzione; si vedono viti, impianti, strutture metalliche. I colori sono naturali, il ferro è semplicemente ferro e non c’è finzione: non è un locale “hipster”.
Milano è un luogo dove la velocità, nella sua migliore accezione, è una istanza essenziale: Parenthesy rappresenta la fluidità del nostro vivere la città in questo modo, superando con un balzo anche stili che non ci appartengono.
Caldamente raccomandato a tutti quelli che mi scrivono dicendo: “Oggi sono in centro a Milano. C’è un posto carino, con una connessione decente, dove mi posso fermare un po’?”.
DOVE:
Parenthesy
Galleria Borella 1 (angolo Piazza Sant’Ambrogio)
Milano