Non corro più così intensamente come una volta e un po’ mi manca, perché un runner, quando smette di monitorare il suo cardiofrequenzimetro e il GPS, si trova nella posizione privilegiata per avere una buona panoramica sul mondo.
Un runner dotato di spirito d’osservazione può dirvi molte cose sulla vita e la gente: a forza di correre e tenere gli occhi aperti, potrebbe scrivere quasi un trattatello di antropologia culturale.
Ci sono percorsi, poi, che si prestano particolarmente a questo scopo. Ad esempio la strada che va da Santa Margherita a Portofino, in una soleggiata domenica primaverile, è uno dei punti migliori per l’osservazione del genere “runner”, oltre ad essere un posto che merita d’essere visto.
Se siete in zona durante un fine settimana, infilate le scarpette e guardate l’orologio perché ne vedrete delle belle.
Ore 8: Per strada è ancora il paradiso, circolano ancora pochissimi mezzi con motore a scoppio e s’incrociano solo altri runners quasi mattinieri (è pur sempre domenica). Il rumore della risacca è fragoroso e il sole sa di limoni maturi.
Ore 8.30: A quest’ora s’incontrano solo coppie anziane che escono per fare la consueta spola chiesa-giornalaio-focaccia. I runners-tipo hanno la prerogativa dell’understatement, non sono smaccatamente tecnici, ti guardano a stento in faccia quando t’incrociano, corrono con calma determinazione. Sono quelli che vogliono tornare a casa prima che …(vedi a ore 11.)
Ore 9: Spuntano le mamme con il pancione. Passeggiano tranquille nel sole ancora fresco senza timore di macchiarsi la pelle e sudare. Alcune ragazze sportive spingono un passeggino con neonato a bordo. Una volta, a quest’ora, incrociai Silvia Toffanin che trottava inseguita da un paio di accompagnatori attempati; loro, a giudicare dall’espressione, non parevano convintissimi dei benefici del mammafit di prima mattina. Lei era pallida e caruccia, con l’aria tesa come tutte le neo-madri che hanno bisogno di una boccata di ossigeno e molte ore di sonno in più.
Ore 9.30: A quest’ora calano in strada le signore che fanno power walking in completini strizzatissimi. Se le incrociate scansatevi, perché non vi vedono, sono troppo assorte nel pensiero della tenuta del gluteo e della messa in piega. Camminano velocissime come barboncini e sculettano come se avessero tacchi dodici al posto delle trainers.
Ci sono ancora poche macchine, ma io mi sono beccata ugualmente una sciroccata biondissima e giovanissima, su una Lotus nuovissima, che ha cercato di stirarmi perché con una mano teneva il cellulare e con l’altra tentava di non schiantarsi su una curva a gomito. Le avrei volentieri tolto la patente e il diritto di andare dal parrucchiere per un anno.
Ore 10: Arrivano i runners piacioni, cinquantenni o giù di li. Accessoriati, sudati, appesantiti dagli aperitivi settimanali. Sputano l’anima con il pensiero fisso di smaltire gli eccessi e quando li incroci, ti fissano come dire: guardami, sto tenendo botta eh! Sono un concentrato di testosterone mentale.
Insieme con loro, ma infinitamente più veloci, corrono i ragazzini che giocano a calcio; loro non hanno gadget ma hanno tantissimi capelli e i polpacci pelosissimi.
Ore 10.30: la mattina si fa tarda, scendono in campo i runners della domenica che corrono “alla budino tremolante”, piano piano sbatacchiando la pancetta; generalmente sono trentenni allampanati, senza convinzione. Perché corrono? Boh.
S’incontrano le coppie gay, carine e shabby chic, che vanno a Portofino passeggiando con calma e gustandosi palesemente il posto per quello che è: un angolo di puro romanticismo, fuori stagione e turisti permettendo. Sono spesso accompagnate da un cagnetto e fumano. In alternativa s’incontrano le coppie-clone madre-figlia, sempre con cagnetto.
Ore 11: È tassativamente ora di smettere di correre tra Santa Margherita e Portofino. Non si riescono più a fendere le greggi di turisti pronti all’imbarco per le gite in traghetto e i gruppi compatti di subacquei panciuti con la muta a mezzo fianco. I marciapiedi s’intasano di cagnetti: – che siano wurstelini o pallette di pelo, ti abbaiano puntualmente agli stinchi e scappano ai padroni tirando il guinzaglio elastico, così il runner deve saltare giù repentinamente dal marciapiede. Contemporaneamente la strada si fa rovente di svizzeri ticinesi in SUV che, si sa, non sono agilissimi nell’evitare tutto ciò che è imprevisto.
A quest’ora i runners spariscono, del resto ormai c’è troppo caldo. Dove vanno? Cambiano look come Nembo Kid per mescolarsi alla folla, mangiano molto e attendono trepidanti la corsa del lunedì mattina, prima di andare in ufficio.