48 anni. Lo speech.

16 Agosto 2019
selfie censored

A partire da oggi, mi mancano solo due anni per compiere il mio primo mezzo secolo. È il lasso di tempo ideale per portare a buon fine un progetto complesso ma voglio divertirmi a tirare le somme fino a qui e vedere se quadrano i conti.

I THINK MY SPACESHIP KNOWS WHICH WAY TO GO

(Se non sai che canzone mi ha ispirato, vai a cercarla e a colmare questa lacuna immensa).

Sino ad ora sono riuscita a fare un paio di cose talmente buone che basterebbero per essere soddisfatta a vita ma il mio motto è “non accontentarti mai”: sulla bilancia si equivalgono, quindi oggi è solo il primo giorno di nuovi impegni, perché le mete raggiunte sono importanti ma quelle da raggiungere sono il sale della vita.
Mi diverto ancora come una pazza a giocare a beach volley e a ballare sotto la luna piena, mi riempio di lividi come un’irresponsabile e rido a crepapelle tutte le volte che faccio una scemenza; ogni tanto mi si rompe un pezzo (con una frequenza leggermente maggiore a quanto avrei immaginato) ma pazienza, qualcuno mi riaggiusterà. 
Non ditemi di rilassarmi e di stare tranquilla: non serve a niente – mi potrò riposare abbastanza da morta – e oltretutto mi fate innervosire, cosa che alla mia età non fa bene alla pelle.
Per citare a braccio Mark Twain, non vorrei trovarmi tra vent’anni delusa dalle cose che non ho fatto, preferisco pentirmi di quello che ho fatto. Quindi se c’è un buon momento per sciogliere gli ormeggi e intensificare le mie attività preferite – esplorare, scoprire e sognare – è questo.
Il mio cuore batte veloce come quando avevo diciott’anni ma ha trent’anni d’esperienza in più: mi posso permettere di amare tantissimo e di avere più coraggio che mai.
Ho impiegato un mucchio di anni per imparare a fronteggiare le mie paure: erano una faccenda seria e non comprendevano di sicuro una ciocca in più di capelli bianchi o le zampe di gallina. Prevedo che essere un po’ meno “perfetta” farà la differenza tra chi guarderà solo le rughe e chi apprezzerà una manciata di neuroni che lavorano in maniera coordinata: se i primi se ne andranno, me ne farò velocemente una ragione.
Credo fermamente che ci sia un tempo per ogni cosa e che per essere buoni navigatori della vita si debba saper interpretare il vento ma anche scegliere con accortezza l’equipaggio della propria nave: oggi non potrei essere in migliore compagnia.

Grazie a chi oggi mi ha pensata anche solo per il tempo di fare “invio”. Siete una delle ragioni per cui credo d’essere una vecchia ragazza fortunata.

Da ascoltare per le mie coetanee: Live Forever degli Oasis.  La musica è quella che è – la nostra generazione li ha adorati nonostante tutto – ma le parole sono perfette.