Una vita da gatto (Nine Lives)

6 Dicembre 2016
Una vita da gatto

Era tempo che un gatto tornasse sulla scena. Dopo GG (gatto guastafeste) il mai dimenticato siamese di “FBI operazione gatto”, ecco che Mister Fuzzypants incarna – è il caso di dirlo – la venerazione moderna per i felini da compagnia.

Una vita da gatto di Barry Sonnenfeldin uscita il 7 dicembre – è il film da vedere in famiglia, che farà impazzire nonni e nipotini, a cui trascinare il fidanzato o per il quale supplicare i figli di portarvi insieme agli amichetti. Incredibile ma vero, piacerà a tutti e nessuno storcerà il naso.

La pellicola promette un cast di tutto rispetto e nessuna star sfigura nel proprio ruolo, per quanto surreale e senza particolari difficoltà drammatiche sia la parte di ciascuno.

Ovviamente i veri protagonisti sono i gattianimali egoisti e dispotici – che negli ultimi anni sono riuscite diventare le star indiscusse del web grazie al loro sublime fascino.

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La storia racconta di un certo riccastro dall’io ipertrofico – Kevin Spacey nei panni di Tom Brand – che trascura la famiglia per dedicarsi anima e corpo alle decine di compagnie di sua proprietà. Si avvicina il compleanno della figlia Rebecca (Malina Weissman) e Tom si ricorda a stento quanti anni abbia, preso com’è a completare il grattacielo più alto d’America che porterà il suo nome, e se non fosse per giovane la moglie Lara (Jennifer Garner nei panni di una seconda moglie fin troppo adorabile) perderebbe per l’ennesima volta la sua festa e si dimenticherebbe il regalo .

Una vita da gatto - manifesto

Una vita da gatto – in uscita il 7 dicembre 2016

A mettere il riga un personaggio così egocentrico e arrogante ci pensa il karma. Rebecca chiede da anni un gatto e sebbene Tom li detesti, si mette alla ricerca di un negozio di animali. Un pizzico di magia lo porta da Purrr-kins, il negozio di soli felini del magnetico Felix Perkins (Christopher Walken). Il negozio e il suo proprietario ricordano un po’ la bottega di Ollivanders in Harry Potter: non è il padrone a scegliere un gatto, ma il gatto a decidere da chi farsi adottare.

Tom compra Mister Fuzzypants ma prima di andare dalla figlia si ferma al suo amato grattacielo dove ha un grave incidente a causa di un alterco con il suo braccio destro (Mark Consuelos). Si risveglia con il suo corpo mortale in coma e il suo spirito imprigionato nel gatto.

Nella “pelliccia” di Mister Fuzzypants ha il compito di riallacciare i rapporti con la sua famiglia; la punizione inflitta da Felix Perkins serve a fargli capire l’importanza dei rapporti affettivi.

Le peripezie sono tante – spassosissime – perché la sceneggiatura sfrutta tutte le potenzialità comiche di un uomo imprigionato nel corpo di un animale domestico e tutte le manie, i buffi comportamenti e i dispetti di cui sono capaci i nostri amici a quattro zampe.
Una vita da gatto è ovviamente un film per “gattari”, per tutti coloro che sono soggiogati dal potere delle fusa ma anche per chi è capace di fare dell’ironia su molti tic moderni, dalla smania di successo e potere, alla mania di rendere “virale” sui social qualsiasi accadimento della vita.

Per quanto riguarda la scelta degli attori, l’anima felina di Kevin Spacey è molto evidente e da Christopher Walken ti puoi aspettare solo un ruolo mefistofelico. La Garner è la bella e simpatica seconda-moglie-della-porta-accanto, capace persino di andare d’accordo e instaurare un rapporto di complicità con Madison (Cheryl Hines) l’ex prima moglie del marito, una donna in gamba ma con una propensione spropositata verso il botox e il Martini cocktail. Robbie Amell, con i suoi grandi occhioni blu da fidanzato d’America (reso celebre dalla popolare serie TV The Flash) interpreta David, il figlio maggiore di Tom, devoto e desideroso di seguire le orme imprenditoriali del padre.

Non esistono personaggi realmente negativi – nemmeno il braccio destro intrigante e senza scrupoli lo è del tutto – ma il karma è pronto a rimettere in carreggiata chiunque ne abbia bisogno.

Vuoi conoscere un paio di curiosità?

Il regista Barry Sonnenfeld – essendo allergico ai gatti – ha voluto che Mister Fuzzypants fosse un siberiano, perché questa razza è famosa per essere ipoallergenica. In realtà, Mister Fuzzypants – anche detto “pelosone” – è interpretato da sei gatti diversi, ognuno molto abile a svolgere un determinato compito e poi i movimenti sono stati resi possibili dall’uso della computer grafica.